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sabato 23 luglio 2011

Quanto vale per lo Stato la vita delle donne?

La risposta è molto poco. Uno dopo l'altro stanno chiudendo i Centri Antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, soffocati dai debiti per i tagli e per l'assenza di finanziamenti già stanziati, senza alcun intervento da parte delle istituzioni. Che non abbiano letto le statistiche sul femicidio in Italia?
Ebbene sì amiche, da una ricerca condotta dalla Casa delle Donne sul femicidio in Italia nel 2010, i dati emersi non sono di certo rassicuranti. Si parla di 127 donne uccise.
"Nel 23% dei casi, ad agire sono ex mariti, ex amanti, ex conviventi, ex partner. Il dato in sé contiene una costante e una novità rispetto alle ricerche degli anni precedenti. L'omicidio della moglie da parte del marito è sempre stato ricorrente. Ma quest'anno è l'ex ad aver ucciso di più. Tra il 2006 e il 2010 la percentuale e salito: dall'11 al 23%. Conoscenti e colleghi hanno agito 17 volte sul totale. I figli delle donne che nel 2010 hanno eliminato con la violenza le loro madri sono 14. Solo in un caso è stato un fratello ad ammazzare la sorella. Uomini ossessivi, malati, perseguitati. Assassini. Italiani nel 79% dei casi. Tra gli esecutori del 2010 ci sono solo un pakistano, un ucraino, un croato, un filippino, un bosniaco, un marocchino, un ecuadoregno, un rom, un romeno, un albanese, un argentino e un bulgaro. Gli altri, tutti uomini di casa nostra.
Maschi che nella maggior parte dei casi hanno tra i 36 e i 60 anni e annientano per un motivo: impedire che si affermi la volontà femminile. Evitare che sia lei, una donna, a porre fine alla relazione affettiva. La separazione è infatti causa del 19% dei femicidi avvenuto in Italia. Seguono nella stessa percentuale la conflittualità e il cosiddetto 'raptus' (12 e 13%). Poi ci sono le ragioni economiche, i problemi psichici, la gelosia (10% dei casi) o il rifiuto di lei di fare l'amore (2%). L'atto di uccidere arriva sempre alla fine. Prima di impugnare l'arma, di solito, si scatenano violenze domestiche, minacce, discussioni che lasciano pensare al peggio. Subito dopo, invece, il 29% degli uomini si suicida o tenta di farlo. Il 24% confessa il delitto mentre nel 20% dei casi nascondono tutto, vergognandosi come cani, e dannandosi senza potersi redimere. Altri fuggono. Abbandonano la zona del crimine: la casa.
Gli uomini che odiano le donne non uccidono per strada. Il 70% di queste donne è stato massacrato in un luogo familiare, senza nemmeno avere il tempo per rendersene conto. Il 25% degli uomini ha agito tra le mura domestiche: nello stesso luogo dove aveva appena finito di fare l'amore, mangiare, guardare la televisione o lavarsi i denti guardandosi, l'un l'altro, allo stesso specchio. Spesso il femicidio avviene a casa di lei (36%) o nell'appartamento dei parenti (9%). In cucina magari. Usando un'arma da taglio (26%) o un'arma da fuoco (31%). Alcuni uomini le soffocano (25%). Poi, c'è anche chi sfoga la propria frustrazione ammazzandole di botte (7%), prendendole a calci, a pugni. Sbattendole per terra.
Su 127, 61 sono morte al nord, 25 al centro, 23 al sud e 12 nelle isole. Le vittime sono quasi tutte donne italiane (78%)" (La Repubblica 8 marzo 2011).
I centri antiviolenza sono una luce di speranza per tutte le donne che vivono questo tipo di difficoltà in famiglia e fuori. Effettuare tagli in questo senso è come negare la tutela del diritto alla vita delle donne.

Buona giornata mamme, viva le donne!

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