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giovedì 28 aprile 2011

Quanto è "dolce" casa nostra?

Care amiche,
lo sapevate che c'è una fabbrica che non produce nulla, ma sforna oltre 1000 kg di rifiuti l'anno? Pensate che è responsabile di malattie e morti per inquinamento urbano, ha visto crescere i propri costi di esercizio del 20% e consuma da sola il 28,8% di tutta l'energia prodotta. La cosa peggiore è che impossibile chiuderla, perchè è casa nostra...
Secondo un recente rapporto dell'Agenzia Europea per l'ambiente (EEA), c'è più inquinamento nelle nostre abitazioni che in strada con il traffico delle auto. Gas radom dalle pareti, fumo di tabacco, acari, elettromagnetismo da elettrodomestici, impurità dell'aria provenienti da impianti di climatizzazione, formaldeide dei mobili, acido nitroso delle murature e fumi dei gas di cucina sono le principali cause dell'inquinamento indoor, che supera i normali processi di avvelenamento esterno delle nostre strade cittadine. Nemmeno immaginiamo quanta sia la quantità di benzene che viene assorbita dai nostri abiti e che noi respiriamo tutta la notte dopo aver lasciato, ignari, pantaloni o gonne sulle sedie. Tale fenomeno non va sottovalutato perchè dentro le nostre case passano la maggiorparte del tempo le persone più deboli come bambini, malati o anziani.
C'è poi un'altro aspetto da non sottovalutare: la nostra casa non è per nulla tecnologica e ha muri e finestre che lasciano uscire il caldo in inverno e lo fanno rientrare d'estate, per cui è anche un colabrodo di energia.
Oggi Mom&Woman vuole indicarvi alcune azioni che a costo zero potrebbero rendere le nostre mura domestiche molto più vivibili:

Televisore, video registratore, lettore dvd e computer
Spegnerli con il pulsante e non solo con il telecomando. Gli apparecchi in stand-by continuano a consumare energia.
Lampade ad alta efficienza energetica
Scegliere lampade a fluorescenza a basso consumo, soprattutto per ambienti in cui la luce rimane accesa più a lungo per risparmiare l’80% dei consumi rispetto le lampade tradizionali
Condizionatore
Accenderlo solo in caso di reale bisogno, regolando il termostato su temperature non molto differenti da quella esterna.
Forno Elettrico
Non aprirlo frequentemente durante la cottura, preriscaldarlo solo quando è necessario e spegnerlo poco prima della fine della cottura, per sfruttare il calore residuo.
Forno a Micro-Onde
Utilizzarlo quando possibile perché consuma meno dei forni tradizionali
Frigorifero
Evitare frequenti ed inutili aperture dello sportello; posizionarlo nel punto più fresco della casa, lontano da fornelli e termosifoni, lasciando almeno 10 cm di distanza dal muro per la ventilazione
Lavastoviglie
Far funzionare l’apparecchio a pieno carico usando il meno possibile il ciclo intensivo, rimuovere dalle stoviglie i residui più grossi che potrebbero intasare il filtro e diminuire l’efficacia del lavaggio.
Asciugacapelli
Utilizzare l’apparecchio a temperature medie, quelle alte fanno aumentare i consumi e non fanno bene ai capelli
Lavatrice
Far funzionare l’apparecchio a pieno carico e a temperature non troppo alte (30-60 gradi C), se si dispone di un modello con asciugatura automatica usarlo solo quando non è possibile stendere il bucato
Scaldabagno
Non tenerlo acceso quando non serve.
 Ovviamente restano sempre valide le regole di base di arieggiare i locali più volte nella giornata e pulirli quotidianamente.
Buona giornata mamme, viva le donne!

giovedì 14 aprile 2011

Sicurezza nelle scuole: solo un optional!

Care amiche,
quando mandiamo un figlio a scuola, lo facciamo pensando che è al sicuro e che soprattutto ritornerà a casa arricchito di tante nozioni utili per la sua vita futura. Di certo non pensiamo che la scuola possa ledere alla sua salute! Eppure l'insicurezza degli edifici scolastici, la presenza di amianto, la cattiva gestione delle mense, possono comportare pericoli per la vita dei nostri figli. I comuni dovrebbero pertanto garantire scuole sicure sotto tutti i punti di vista, eppure questa non è mai sentita come priorità. Quasi una scuola su 4 nel Lazio necessità di interventi di manutenzione urgenti. Questo è il rapporto di Ecosistema Scuola 2011 di Legambiente relativamente ai capoluoghi laziali di Frosinone, Latina e Rieti. Roma e Viterbo hanno fornito dati  incompleti al punto da non rientrare nella classifica nazionale. Secondo la stima di Legambiente nessun edificio scolastico in queste città è stato costruito secondo i criteri di bioedilizia e soltanto il 23% rispetta i criteri antisismici.
Frosinone è una perla per le scuole del Lazio, ottenendo un 8 posto nella classifica nazionale, grazie al servizio di scuolabus a tutti gli edifici, alla somministrazione nelle mense scolastiche di pasti interamente biologici e ad un investimento di 93mila euro in media per gli interventi di manutenzione straordinaria di ogni singolo edificio.
Latina si piazza al 41 posto e Rieti al 71 posto della graduatoria nazionale. In questi capoluoghi solo un edificio su tre (37%) ha il certificato di prevenzione degli incendi. Il dato più allarmante è che per il 39% degli edifici in queste città è stata riscontrata la presenza di amianto ed il 38% si trovano in aree a rischio sismico dichiarato.
La spesa media per interventi di manutenzione straordinaria è di circa 35mila euro, soldi che le amministrazioni comunali fanno fatica a spendere.
Una nota positiva è che la totalità degli edifici di Frosinone, Latina e Rieti, possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico-sanitaria, ma solo il 57% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
Il fatto che Roma e Viterbo abbiano fornito dati incompleti testimonia un assenza di controllo su temi fondamentali per la vita dei cittadini. A questo punto è chiaro che alla sicurezza dei nostri figli, non ci pensa nessuno se non ci pensiamo noi. Impegnamoci in prima persona a valutare gli edifici dove mandiamo o manderemo i ragazzi a scuola e esigiamo più sicurezza, denunciando ciò che non è a norma.
Mom&Woman accoglierà tutte le vostre segnalazioni, rendendole note attraverso il blog.
Buona giornata mamme, viva le donne!

        Fonte: Legambiente

martedì 5 aprile 2011

E adesso la pubblicità...



Li chiamano geni del marketing e della comunicazione, eppure fino ad oggi le loro campagne pubblicitarie hanno saputo mostrarci sempre i soliti "seni" ed i soliti "sederi" di donne rese oggetto e private della propria personalità, sottomesse sessualmente e stereotipate. Hanno provato così a venderci di tutto (dalla birra alle mozzarelle, dalle automobili al provolone). Dico venderci, perchè effettivamente siamo noi donne e mamme il motore dei consumi, siamo noi che veicoliamo le decisioni di acquisto in famiglia. Noi italiane, infatti, spendiamo 490 miliardi all'anno e ne guadagnamo 170, però il marketing non ci considera. Lo ha appurato uno studio di Boston Consulting Group (Bcg). E' un dato di fatto che prendiamo sei decisioni di acquisto su dieci in casa. A rigor di logica, quindi, tutte le pubblicità dovrebbero indirizzarsi principalmente a noi, eppure, non solo prediligono una platea prettamente maschile, ma ci sminuiscono, continuando a sancire una cultura sessista e non paritaria. E non è questione di moralismo o di rifiuto del messaggio sessuale in sé: quest'ultimo può anche andare bene purchè sia ironico e pertinente col prodotto. Il problema della pubblicità di oggi è che si usano le nudità di una donna oppure frasi volgari o ancora falsi stereotipi per vendere qualsiasi cosa. Per ogni prodotto, fateci caso, o c'è una donna nuda o ci sono allusioni volgari sessuali o c'è una mamma che combatte la polvere e le macchie mentre il marito sta comodamente in poltrona (come se la cura della casa fosse solo un problema di noi donne!).
Per non parlare poi, di tutte le modelle bellissime che si spalmano le creme antirughe e anticellulite, quasi a prendere in giro tutte quelle che di rughe e cellulite ne hanno davvero. Purtroppo la banalizzazione s’infila dappertutto e alla fine finiamo distrattamente per credere a quasi tutte le baggianate che ci propinano!
Eppure qualcosa finalmente sta cambiando! Per la prima volta aziende, associazioni dei consumatori, Istituzioni, esperti di comunicazione e pubblicitari si sono incontrati ieri a Roma ed hanno sottoscritto (durante il convegno organizzato da Consumers' forum titolato “Il consumo dell’immagine della donna”) una Carta degli impegni per assicurare il rispetto della dignità della persona nella comunicazione commerciale. Speriamo dunque di vedere meno donne nude e più idee creative per i tempi che verranno! E chissà che finalmente non ci sia, prima o poi, anche l'immagine di un buon marito a spolverare!!!
Buona giornata mamme,viva le donne!