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lunedì 5 dicembre 2011

Al via il corso di formazione delle Mom&Woman Teachers

Sotto il claim di Bruno Munari : "Un bambino creativo, è un bambino felice", al via il corso di formazione delle Mom&Woman Teachers, eccellenze del settore educativo, opportunamente selezionate sulla base di un attento screening dei cv e di colloqui individuali (attivati alla scadenza del bando di selezione promosso a settembre sul nostro sito). Le Mom&Woman Teachers saranno interpreti del metodo sperimentale proposto da Mom&Woman Onlus per l'educazione alla prima e seconda infanzia, che riporta il bambino al centro di un aspetto educativo dominante, di cure ed amore. Principali argomenti sviluppati durante il corso di formazione sono i laboratori creativi in ottica Mom&Woman Onlus. Attraverso il prezioso contributo della sua Responsabile Pedagogica, la Dr.ssa M.Sara Verardi, il metodo proposto reinterpreta ed interiorizza il pensiero di autori quali Montessori e Munari, riportando il bambino ad un'educazione naturale e creativa che gli insegni il rispetto dell'ambiente e a costruire la sua vita sviluppando il suo pensiero laterale. La proposizione di laboratori musicali secondo la Music Learning Theory di E.Gordon e di percorsi in lingua inglese sin dai primi mesi di vita completerà il progetto educativo dell'associazione. A differenziare ulteriormente il nostro corso di formazione:
- il modulo di Manovre di disostruzione pediatriche promosso dalla Croce Rossa, che estenderemo presto anche alle nostre mamme;
- il modulo di Yoga Coaching, gestito dalla Dr.ssa Alessia Tanzi, attraverso cui le Mom&Woman Teachers potranno lavorare su centratura, autoconsapevolezza, vitalità e spirito di gruppo;
-il modulo di alimentazione biologica a cura di Massimo Sacco de "Il Papero Verde", perché anche il mangiar sano può fare la differenza se si apprendono le logiche sin da bambini;
- il modulo di psicologia dello sviluppo a cura della nostra psicologa e psicoterapeuta la Dr.ssa Rossella Clavari, per strutturare il lavoro con le famiglie ed iniziare un percorso di genitorialità consapevole.
Un grazie agli anziani del centro civico di Borgo San Michele, alla fotografa Jamila Campagna che sta fermando il tempo sul nostro lavoro, alle Mom&Woman Teachers e a tutto lo staff di Mom&Woman Onlus.
Buona giornata mamme, viva le donne!
Marzia Del Prete
Presidente Mom&Woman Onlus

giovedì 1 dicembre 2011

Le mie risposte a Camillo Langone

In qualità di Presidente di Mom&Woman Onlus, di donna che nella sua vita ha studiato e letto "molti libri" ed in qualità di mamma, Le dico che il suo articolo distorce oltremodo la realtà e fa trasparire l'idea di un Paese arretrato, povero culturalmente, razzista e tremendamente maschilista.
Lei di "libri", contrariamente a noi donne, ne deve aver letti davvero pochi…
Vediamo allora se riesco a spiegarLe, il perché le donne in Italia non fanno più figli.
1) Con la maternità, spesso, si perde il posto di lavoro (per mobbing, demansionamento o costrizione alle dimissioni). Sicuramente anche questi datori di lavoro, nella loro vita, hanno letto "pochi libri" come Lei.
2) Una mamma lavoratrice, se deve cedere il suo stipendio ad asili nido e baby sitter, rinuncia a lavorare ed almeno cresce suo figlio. Questo perché la flessibilità in Italia è usata solo per mettere in cassa integrazione e non per concedere part-time e job sharing.
3) La maggior parte delle aziende ha il terrore di creare asili nido al proprio interno, sebbene ci siano finanziamenti che le agevolino nel portare avanti queste pratiche. Lei ha idea di cosa significa per una mamma, sapere che suo figlio sta bene e che in una pausa caffè può magari abbracciarlo?
4)Se non si riescono a formare le famiglie per mancanza di mezzi e di un lavoro stabile, mi spiega Lei, come si fanno a riempire queste culle? Che futuro intravede per i figli di queste giovani donne?
5)Chi l'ha detto che la cura della famiglia debba essere solo in capo alle donne?Nel nord europa i carichi familiari sono equamente ripartiti anche attraverso congedi parentali obbligatori per il papà.

L'istruzione è quanto di più grande e bello abbiamo, un Paese privo di uomini e donne istruite è un Paese dove nascerebbero un numero svariato di Camillo Langone. Mia nonna, aveva la 5 elementare (perché al tempo questo era riservato alle donne) ma ha sempre letto molti "libri", ed il suo "Studia e costruisci il tuo futuro" è ciò che ancora oggi porto nel cuore. L'altra frase che ricordo di mia nonna è: "Se non hai cognizione di quello che dici, impara a stare zitto".

dr.ssa Marzia Del Prete
Presidente Mom&Woman Onlus

sabato 15 ottobre 2011

Quando una donna fa politica, cambia la donna, ma quando tante donne fanno politica, cambia la politica. Michelle Bachelet

Care amiche,
vi segnalo questa importante iniziativa http://2eurox10leggi.blogspot.com/
La campagna
2 euro per 10 leggi è una campagna di sottoscrizioni che si prefigge
l’obiettivo di raggiungere la cifra necessaria per pubblicare, su
uno o più quotidiani di grande visibilità, 10 leggi proposte alla
politica dalle donne.
E' una campagna partita su twitter in risposta a chi, potendo disporre
di notevoli risorse finanziarie, ha potuto affittare una pagina
pubblicitaria su un grande quotidiano per esporre le proprie opinioni.
Dopo una serie di tweet inizialmente increduli, qualche volta ironici
si è invece concretizzata un’idea, è nato quindi il nome della
campagna con l’hashtag #2eurox10leggi.
Come sostenere la campagna
Qui http://2eurox10leggi.blogspot.com/p/le-10-leggi.html le 10 leggi
il cui contenuto è ancora “aperto” ed ognuno può interagire con sue
proposte o commenti per ogni singolo articolo.
Qui invece http://2eurox10leggi.blogspot.com/p/come-partecipare.html
le indicazioni su come partecipare.

Vi chiedo di sostenere e diffondere la campagna, nella convinzione che
le donne insieme possano dare quella “spinta dal basso” che finalmente
svegli tutti.

Buona giornata mamme, viva le donne!

giovedì 6 ottobre 2011

L'amore che rende immortali...




Discorso ai neolaureati della Stanford University, il 12 giugno 2005
"È per me un onore essere qui con voi, oggi, alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per essere onesto, questa è l’esperienza più vicina ad una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.
La prima storia: unire i puntini 
Lasciai il Reed College dopo il primo semestre, ma continuai a frequentare in maniera ufficiosa per circa 18 mesi prima di abbandonare definitivamente. Perché mollai?
Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata e decise di darmi in adozione. Credeva fortemente che avrei dovuto essere cresciuto da persone laureate e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare alla nascita da un avvocato e da sua moglie. Quando arrivai al mando, però, loro decisero all’ultimo minuto che preferivano una bambina. Così i miei genitori, che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?”. Loro risposero: “Certamente”. Solo dopo, mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Accettò di farlo mesi dopo, solo quando i miei genitori promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.
Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno costoso tanto quanto Stanford e tutti i risparmi dei miei genitori finirono nelle tasse universitarie. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, a spendere tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando una vita intera. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Era piuttosto spaventoso all’epoca, ma guardandomi indietro è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo stesso in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi entusiasmavano e cominciai invece a frequentare quelli che trovavo più interessanti.
Non fu tutto rose e fiori. Non avevo più una camera nel dormitorio ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Riportavo al negozio le bottiglie di Coca Cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. E tutte le domeniche camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente l’unico buon pasto della settimana all’Hare Krishna. Adoravo tutto questo. E quello che trovai seguendo la mia curiosità e la mia intuizione risultò, solo dopo, essere senza prezzo.
Vi faccio subito un esempio. Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la migliore formazione del Paese in calligrafia. In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai i caratteri serif e sans serif, la differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, quello che rende eccezionale un’eccezionale stampa tipografica. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato.
Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, tutto quello che avevo imparato mi tornò utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una bellissima tipografia. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi mai partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto caratteri tipografici differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non avrei mai frequentato quel corso di calligrafia e i personal computer potrebbero non avere quelle stupende capacità tipografiche che ora hanno. Chiaramente, quando ero al college, era impossibile unire i puntini guardando al futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardarmi indietro.
Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi indietro. Dovete aver fiducia che, in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e ha sempre fatto la differenza nella mia vita.
Seconda storia: l’amore e la perdita 
Io sono stato fortunato: ho trovato molto presto quello che amo fare. Io e Woz fondammo la Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Lavorammo duramente e in 10 anni Apple, da quell’azienda fatta di noi due e un garage, si è trasformata in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima realizzavamo la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io compivo 30 anni. L’anno seguente fui licenziato.
Come si fa ad essere licenziati dall’azienda che tu stesso hai creato? Facile: quando Apple divenne più grande, assunsi qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me e per il primo anno le cose andarono molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro cominciarono a divergere e alla fine arrivammo ad uno scontro. Quando questo successe, la commissione dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni, io ero fuori. E in maniera piuttosto plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era perso e io devastato.
Per alcuni mesi non seppi assolutamente che cosa fare. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu talmente un fallimento pubblico che presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: amavo ancora quello che avevo fatto. Ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato di un bit questo amore. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.
Non me ne resi conto allora, ma essere licenziato dalla Apple era stata la miglior cosa che mi potesse capitare. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT, un’altra azienda chiamata Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe poi diventata mia moglie. Pixar produsse il primo film d’animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più famoso al mondo. In un significativo susseguirsi di eventi, la Apple comprò NeXT, io ritornai alla Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è ora il cuore dell’attuale rinascita di Apple. E io e Laureen abbiamo una meravigliosa famiglia.
Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina molto amara, ma credo che il paziente ne avesse bisogno. Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Ma non perdete la fede. Sono convinto che l’unica cosa che mi trattenne dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quello che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre più bello con il passare degli anni. Perciò continuate a cercare finché non lo avrete trovato. Non vi accontentate.
La terza storia: la morte 
Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta era “no” per troppi giorni di fila, capivo che c’era qualcosa che doveva essere cambiato.
Ricordarmi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai trovato per fare le grandi scelte della mia vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutte le paure di imbarazzi o fallimenti – svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore per non cadere nella trappola di pensare che abbiamo qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.
Circa un anno fa mi fu diagnosticato un cancro. Alle sette e mezzo del mattino feci la scansione che mostrava chiaramente un tumore al pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che avrei avuto si e no 3 mesi di vita. Mi dissero di andare a casa e sistemare le mie faccende (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa che dovevo prepararmi a dire ai miei figli, in pochi mesi, tutto quello che pensavo di avere ancora una vita per dire. Significa che dovevo essere sicuro che tutto fosse organizzato in modo tale che per la mia famiglia fosse il più semplice possibile. Significa che dovevo dire i miei “addii”.
Vissi con il responso di quella diagnosi per tutto il giorno. Quella sera mi fecero una biopsia, in cui ti infilano un endoscopio giù per la gola, attraverso lo stomaco fino all’intestino per inserire un ago nel pancreas e prelevare alcune cellule del tumore. Io ero sotto anestesia, ma mia moglie – che era lì – mi raccontò che quando i medici videro le cellule al microscopio iniziarono a piangere, perché avevano appena scoperto che avevo una forma di cancro molto rara e curabile con un intervento chirurgico. Mi sottoposi all’intervento chirurgico e adesso sto bene.
Quella fu la volta in cui mi avvicinai di più alla morte e spero che, per qualche decennio, sia anche l’ultima. Essendoci passato, posso parlarvi adesso con un po’ più di certezza di quando la morte fosse per me solo un concetto astratto.
Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. Ma comunque la morte è la meta che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è come deve essere, perché molto probabilmente la morte è la più grande invenzione della vita. E’ l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Ora, il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico, ma è la pura verità.
Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario.
Quando ero ragazzo esisteva una meravigliosa rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci mise dentro tutto il suo tocco poetico. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e dell’editoria elettronica, quindi la rivista era interamente creata con macchine da scrivere, forbici e polaroid. Era una specie di Google in versione cartacea, 35 anni prima che Google fosse inventato: era idealistica, traboccante di strumenti chiari e concetti meravigliosi.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina di questo numero c’era una fotografia di una strada di campagna al mattino presto, quel tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete abbastanza avventurosi. Sotto la foto erano scritte queste parole: “Stay Hungry. Stay Foolish”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi. Stay Hungry. Stay Foolish. Grazie a tutti.
" Steve Jobs"

lunedì 26 settembre 2011

Un annuncio di lavoro a prova di mamma!

L’associazione Mom&Woman Onlus ricerca personale qualificato principalmente nel territorio di Latina e provincia da inserire nel proprio organico.
La selezione è rivolta a donne disoccupate con:
-Diploma di Maestra di Asilo
-Diploma di Vigilatore d’Infanzia
-Diploma di Puericultore
-Qualifica di Assistente d’Infanzia
-Diploma di Maturità Professionale di Assistente di Comunità Infantile
-Abilitazione magistrale
-Diploma di Maturità Tecnica Femminile (specializzazione dirigente di comunità)
-Laurea specialistica in psicologia (o vecchio ordinamento)
-Laurea in pedagogia
-Laurea in scienze della formazione primaria
e comprovata esperienza (almeno annuale) nel settore dell’educazione all’infanzia (vedi bando Allegato).
Titolo preferenziale sarà la conoscenza della lingua Inglese e l’essere mamma.
I cv e la documentazione prevista nel bando devono pervenire entro e non oltre il 26 ottobre all’indirizzo info@mom-woman.com

Non siate incredule amiche, avete letto bene!
Questo è chiaramente un annuncio di lavoro, anche di questi tempi si può. Ad Harvard insegnano che, quando il lavoro manca, bisogna crearselo. Attivare la mente e valutare nuove prospettive di crescita è per noi la regola!

Le destinatarie di questo annuncio sono donne disoccupate!Ops qualcuno pensa alla disoccupazione femminile? Anche questo si può.
Le stime poco rincuoranti relativamente al tasso di occupazione femminile, in particolare al centro-sud, sono la testimonianza che l’Italia non è un Paese per donne. Non c’è cosa più chiara dei numeri, anche quando la politica li abbellisce di champagne e cotillon. Il tasso di occupazione femminile è stabile al 46,3%, contro una media Europea molto vicina al 60%. Da una recente analisi della Banca d’Italia emerge che, con un tasso di occupazione femminile al 60%, il PIL crescerebbe di 7 punti percentuali e si ridurrebbe il rischio di povertà.
Tutto questo se l’Italia fosse un Paese per donne, invece non si posiziona nemmeno tra i primi 165 Paesi al mondo per politiche al femminile, secondo la classifica stilata da Newsweek (settembre ’11). Noi vogliamo un Paese per donne!

Titolo preferenziale per rispondere a questo annuncio di lavoro è l’essere mamma! Amiche, credetemi, non è uno scherzo! La maternità è quanto di più bello e grande una donna possa vivere. Rappresenta il miracolo della vita che si compie. Eppure anche con la maternità, in Italia, una donna inizia ad avere problemi. Problemi sul lavoro, perché sembra che rientri come una reduce di guerra mutilata e che pertanto, debba essere in qualche modo esonerata dal servizio. In realtà, gli unici poco illuminati sono solo quei datori di lavoro che la considerano tale. Sono ignoranti, non ho altre parole per definire la discriminazione. Ignoranti da un punto di vista umano e da un punto di vista economico-gestionale. Non che si debba essere tutti laureati in Economia per comprendere che una mamma è una risorsa e non una reduce di guerra. E’ una risorsa perché la maternità incrementa e potenzia la creatività (lo dicono gli psicologi), è una risorsa perché riesce a gestire più di un manager d’azienda tutti i carichi di cui è responsabile. Sfido formalmente ognuno di questi grandi amministratori d’azienda a confrontarsi con una mamma. Sarebbe un momento di crescita davvero esemplare e forse ci sarebbero più nidi aziendali, telelavoro e concessioni di part-time. Sono sicura che con il tempo si arriverebbe anche ad una parità retributiva (oggi lo stipendio di una donna è inferiore dal 10% al 25% rispetto a quello di un uomo con pari mansioni). Noi vogliamo un’Italia per le mamme e a favore della maternità!

Cerchiamo principalmente nel territorio di Latina e provincia. E qui ci sono donne che molto più di me potrebbero esprimere l’importanza della territorialità di questa selezione. Latina è un territorio imprenditoriale in dismissione. Spesso abbiamo parlato di Rosa e delle donne della Tacconi, loro ne sono solo un esempio. Noi crediamo che a Latina e provincia si possa ricominciare ripartendo dalle donne e dalle mamme!

E noi che vogliamo creare nuove prospettive di crescita, che crediamo che l’Italia possa essere un paese per donne e mamme, che chiediamo tutela per i diritti fondamentali legati alla maternità, che pubblichiamo questo annuncio di lavoro siamo Mom&Woman Onlus.
Un’associazione nazionale che opera per la tutela dei diritti civili di donne e mamme svantaggiate sotto il profilo economico, sociale, assistenziale o di qualunque altro genere, nel rispetto del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione Italiana (www.mom-woman.com).

Quello che facciamo è soltanto una goccia nell'oceano, ma se non ci fosse quella goccia, all'oceano mancherebbe."


Madre Teresa di Calcutta

Buona giornata mamme, viva le donne!

sabato 23 luglio 2011

Quanto vale per lo Stato la vita delle donne?

La risposta è molto poco. Uno dopo l'altro stanno chiudendo i Centri Antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, soffocati dai debiti per i tagli e per l'assenza di finanziamenti già stanziati, senza alcun intervento da parte delle istituzioni. Che non abbiano letto le statistiche sul femicidio in Italia?
Ebbene sì amiche, da una ricerca condotta dalla Casa delle Donne sul femicidio in Italia nel 2010, i dati emersi non sono di certo rassicuranti. Si parla di 127 donne uccise.
"Nel 23% dei casi, ad agire sono ex mariti, ex amanti, ex conviventi, ex partner. Il dato in sé contiene una costante e una novità rispetto alle ricerche degli anni precedenti. L'omicidio della moglie da parte del marito è sempre stato ricorrente. Ma quest'anno è l'ex ad aver ucciso di più. Tra il 2006 e il 2010 la percentuale e salito: dall'11 al 23%. Conoscenti e colleghi hanno agito 17 volte sul totale. I figli delle donne che nel 2010 hanno eliminato con la violenza le loro madri sono 14. Solo in un caso è stato un fratello ad ammazzare la sorella. Uomini ossessivi, malati, perseguitati. Assassini. Italiani nel 79% dei casi. Tra gli esecutori del 2010 ci sono solo un pakistano, un ucraino, un croato, un filippino, un bosniaco, un marocchino, un ecuadoregno, un rom, un romeno, un albanese, un argentino e un bulgaro. Gli altri, tutti uomini di casa nostra.
Maschi che nella maggior parte dei casi hanno tra i 36 e i 60 anni e annientano per un motivo: impedire che si affermi la volontà femminile. Evitare che sia lei, una donna, a porre fine alla relazione affettiva. La separazione è infatti causa del 19% dei femicidi avvenuto in Italia. Seguono nella stessa percentuale la conflittualità e il cosiddetto 'raptus' (12 e 13%). Poi ci sono le ragioni economiche, i problemi psichici, la gelosia (10% dei casi) o il rifiuto di lei di fare l'amore (2%). L'atto di uccidere arriva sempre alla fine. Prima di impugnare l'arma, di solito, si scatenano violenze domestiche, minacce, discussioni che lasciano pensare al peggio. Subito dopo, invece, il 29% degli uomini si suicida o tenta di farlo. Il 24% confessa il delitto mentre nel 20% dei casi nascondono tutto, vergognandosi come cani, e dannandosi senza potersi redimere. Altri fuggono. Abbandonano la zona del crimine: la casa.
Gli uomini che odiano le donne non uccidono per strada. Il 70% di queste donne è stato massacrato in un luogo familiare, senza nemmeno avere il tempo per rendersene conto. Il 25% degli uomini ha agito tra le mura domestiche: nello stesso luogo dove aveva appena finito di fare l'amore, mangiare, guardare la televisione o lavarsi i denti guardandosi, l'un l'altro, allo stesso specchio. Spesso il femicidio avviene a casa di lei (36%) o nell'appartamento dei parenti (9%). In cucina magari. Usando un'arma da taglio (26%) o un'arma da fuoco (31%). Alcuni uomini le soffocano (25%). Poi, c'è anche chi sfoga la propria frustrazione ammazzandole di botte (7%), prendendole a calci, a pugni. Sbattendole per terra.
Su 127, 61 sono morte al nord, 25 al centro, 23 al sud e 12 nelle isole. Le vittime sono quasi tutte donne italiane (78%)" (La Repubblica 8 marzo 2011).
I centri antiviolenza sono una luce di speranza per tutte le donne che vivono questo tipo di difficoltà in famiglia e fuori. Effettuare tagli in questo senso è come negare la tutela del diritto alla vita delle donne.

Buona giornata mamme, viva le donne!

giovedì 30 giugno 2011

La sottile linea rossa...

E' successo a Latina, alle 29 operaie della Tacconi, oggi succede ad Inzago in provincia di Milano: la MaVib decide di licenziare, a causa della crisi, solo le donne. Questa sottile linea rossa della discriminazione di genere è uno dei pochi elementi certi che ci caratterizzano da nord a sud.
Mi chiedo fino a quando le donne saranno vittime di discriminazione e soprusi sul posto di lavoro? Quando finirà questo Medioevo di ignoranza della classe dirigente in Italia?
L'Europa chiede parità di sesso e non discriminazione, i dirigenti della MaVib rispondono così: "Licenziamo le donne, così possono stare a casa a curare i bambini".
Ed ancora : "Tanto in famiglia il loro è sempre il secondo stipendio".
E' davvero vergognoso che oggi, 30 giugno 2011, ancora si parli questo linguaggio quasi sentendosi giustificati. Vergognoso che le 29 donne della Tacconi siano rimaste nel silenzio di un'intera cittadinanza e delle Istituzioni, vergognoso che le donne della MaVib vengano licenziate con la solita scusa della cura familiare.
Se l'Italia non comprenderà che le donne sono una risorsa per il Paese, che c'è una corrispondenza biunivoca tra donne e PIL, potrà solo prodursi nuova crisi dalla quale non riusciremo ad uscire. Le nostre peculiarità di genere, che dovrebbero essere esaltate, vengono continuamente oscurate o sminuite. E' vero sappiamo anche prenderci cura dei nostri figli, ma questo non deve essere un limite e la via ad un licenziamento giustificato, piuttosto dovrebbe essere un valore aggiunto per chi ha l'onore di confrontarsi con noi.
Mi piacerebbe lasciare a mia figlia, almeno un mondo diverso se è troppo dire migliore, mi piacerebbe che Rebecca, Elena, Sara, Marta, Matilde, Veronica e tutte le bambine di questa Italia, una volta cresciute non si trovino mai a dover vivere situazioni di discriminazione e disagio. Io credo fermamente che un'Italia paritaria si possa costruire, con l'aiuto di tutte voi che leggete e che sapete quanto sia duro il mestiere di essere donna e mamma oggi. Non rassegnamoci a condizioni imposte, facciamo nostre le cause di chi vive questo disagio, perchè anche solo con il buon esempio possiamo costruire un futuro migliore per le nostre figlie. Invito pertanto, la cittadinanza di Latina e tutti i lettori di Mom&Woman, il 7 luglio, a dare solidarietà alle donne della Tacconi, davanti al Tribunale, perchè in quella sede si concluderà la loro bella ed esemplare lotta per la dignità.

venerdì 10 giugno 2011

Le mamme bambine ed i loro figli segreti

Italiane, giovanissime, ragazze, adolescenti cresciute in fretta, sole, spaventate, violate, rappresentano il 30% dei parti segreti nel nostro Paese.
Partoriscono ma poi il loro bambino non lo riconoscono e lo lasciano in ospedale, rinunciando definitivamente alla gioia di poterlo crescere ed amare come solo una mamma sa fare. Il figlio segreto sarà un bambino destinato ad un’adozione nazionale veloce soprattutto se sano e senza difetti, altrimenti se riporta handicap l’unica vita che conoscerà è quella dell’istituto. Le mamme hanno 3 mesi di tempo per ripensarci, se non accade la legge è chiara, sono "parti anonimi", il bambino resta, la madre biologica è come se non esistesse e non l’avesse mai partorito.
Solo una madre può comprendere il dolore di un’altra madre nel dover abbandonare il proprio figlio dopo averlo messo al mondo, sono scelte sofferte e che segneranno per sempre la vita di queste donne. Se penso alle mamme bambine e ai loro figli segreti, ho una morsa al cuore soprattutto incrociando gli occhi ridenti di mia figlia Rebecca. La verità è che l'Italia non è solo la culla dei bambini amati e desiderati, ma è anche il tugurio di minori abbandonati, malnutriti, senza vestiti, senza latte, senza pannolini, senza medicine. Abbandonati non sempre da mamme snaturare (come spesso si pensa puntando il dito), ma semplicemente disperate, sole, perseguitate, violentate sulla soglia della loro tenera giovinezza, che pensano di non avere ulteriori vie di fuga.
Eppure c’è sempre una via di fuga. E’ necessario chiedere aiuto a chi è in grado di darne (le associazioni di volontariato come “Salvabebè, salvamamme” sono un esempio, oppure i consultori della zona in cui si vive) e soprattutto è necessario essere bene informate sulle conseguenze prima di compiere qualsiasi scelta. Il problema reale di queste donne/bambine è che sono talmente povere e isolate da non avere accesso ai canali di comunicazione standard, ecco perchè gli enti territoriali dovrebbero collaborare con le associazioni per operare campagne informative mirate che irrompano nella solitudine e nella povertà di mezzi e di vita di queste giovani mamme. Un figlio per una mamma è tutto, a 15 anni come a 40, e se a 15 anni lo abbandoni per disperazione (chi può compiere scelte consapevoli a 15 anni??) puoi davvero rovinarti tutta la vita.

Buona giornata mamme, viva le donne!

lunedì 30 maggio 2011

Cuore di mamma, vita di donna: il nuovo libro a puntate di Mom&Woman

Care amiche,
sono lieta di comunicarvi che da oggi, Mom&Woman proporrà alle sue lettrici "Cuore di mamma, vita di donna!", il libro a puntate che racconta la vita di Olga D., donna e mamma, autrice ed interprete dei racconti stessi.
Olga D. è una donna che affronta la vita nelle varie sfaccettature, nelle gioie e nelle sofferenze, camminando a passi svelti in una società poco attenta all'etica e ai buoni insegnamenti. Vuole essere un esempio positivo per sua figlia Elena e cerca, come solo una mamma sa fare, di mostrarle non un mondo necessariamente migliore, ma semplicemente la verità nelle cose che la circondano.
Olga D. durante il suo cammino, dovrà affrontare tutte le insidie del nostro tempo, tenendo sempre integra la  sua persona ed i suoi valori. Insegnerà alla figlia il rispetto e la dolcezza, la temerarietà e la tenacia, la determinazione e la voglia di non mollare mai nemmeno di fronte ai soprusi o agli inganni. Le insegnerà la lotta per un ideale e la voglia di vivere partendo dalla gioia delle piccole cose. La accompagnerà nel suo diventare DONNA attraverso un reciproco scambio di conoscenze e percezioni del mondo.
Allora non perdete nemmeno uno dei racconti di "Cuore di mamma, vita di donna!".
Buona giornata mamme, viva le donne!

venerdì 20 maggio 2011

Riprendiamoci la dignità: dopo 122 giorni il taglio della catena...

Care amiche,
ricordate la vicenda della Tacconi Sud, delle 29 donne in presidio permanente?
Leggete quanto è accaduto in questa calda giornata a Latina. Mentre la nostra vita scorre, tra un gelato al mare, una passeggiata tranquilla al Fogliano, le nostre ore di lavoro, un acquisto d'impulso nei negozi del centro, alle 29 donne della Tacconi succede questo:
"Oggi 20 maggio 2011 alle ore 12.00 il proprietario della Tacconi Sud  ha forzato il presidio tagliando la catena d’ingresso incurante delle colleghe in presidio.
Posto che nessuno poteva impedirglielo in quanto proprietario e come altre volte è accaduto, questi poteva chiamare per evitare tensioni ed accedere alla proprietà, mancano 30 giorni  alla prima udienza dove speriamo di ottenere il fallimento della Tacconi Sud, per essere, appunto, liquidate per prime, cosa legittima visto che dal 19 di gennaio attendiamo disperatamente di trovare una via d’uscita a questo domicilio coatto, al quale ci siamo costrette per difendere diritti elementari….lo stress è alto…..sono scoppiata a piangere perché in tutta questa assurdità, mai per un minuto intorno a noi si muove qualcosa….abbiamo atteso le forze dell’ordine per lasciare traccia di questa sortita che ha tutta l’aria di un' intimidazione…così come il gesto di aver richiuso il cancello con me dentro… cancello che guardavo scorrere,aperto per le  tante notti passate in fabbrica ..chiuso con quella catena tra noi e il mondo, che in 5 minuti è saltata via!
Quanto debole e labile è la forza della ragione, se altre volontà non la rispettano, quanto debole è il diritto per i deboli e quanto è forte invece con i forti.
Allora la resistenza è direttamente proporzionale alla presenza individuale, senza quest’ultima finisce e scompare perché cessa la testimonianza diretta…
Ringrazio la stampa presente e il conforto degli occhi vigili delle telecamere che almeno registrano ciò che accade.

Rosa Giancola"


Ma questa è un'altra storia, che non so perchè, a Latina, nessuno vuole ascoltare
.
Buona giornata mamme, viva le donne!!!

giovedì 28 aprile 2011

Quanto è "dolce" casa nostra?

Care amiche,
lo sapevate che c'è una fabbrica che non produce nulla, ma sforna oltre 1000 kg di rifiuti l'anno? Pensate che è responsabile di malattie e morti per inquinamento urbano, ha visto crescere i propri costi di esercizio del 20% e consuma da sola il 28,8% di tutta l'energia prodotta. La cosa peggiore è che impossibile chiuderla, perchè è casa nostra...
Secondo un recente rapporto dell'Agenzia Europea per l'ambiente (EEA), c'è più inquinamento nelle nostre abitazioni che in strada con il traffico delle auto. Gas radom dalle pareti, fumo di tabacco, acari, elettromagnetismo da elettrodomestici, impurità dell'aria provenienti da impianti di climatizzazione, formaldeide dei mobili, acido nitroso delle murature e fumi dei gas di cucina sono le principali cause dell'inquinamento indoor, che supera i normali processi di avvelenamento esterno delle nostre strade cittadine. Nemmeno immaginiamo quanta sia la quantità di benzene che viene assorbita dai nostri abiti e che noi respiriamo tutta la notte dopo aver lasciato, ignari, pantaloni o gonne sulle sedie. Tale fenomeno non va sottovalutato perchè dentro le nostre case passano la maggiorparte del tempo le persone più deboli come bambini, malati o anziani.
C'è poi un'altro aspetto da non sottovalutare: la nostra casa non è per nulla tecnologica e ha muri e finestre che lasciano uscire il caldo in inverno e lo fanno rientrare d'estate, per cui è anche un colabrodo di energia.
Oggi Mom&Woman vuole indicarvi alcune azioni che a costo zero potrebbero rendere le nostre mura domestiche molto più vivibili:

Televisore, video registratore, lettore dvd e computer
Spegnerli con il pulsante e non solo con il telecomando. Gli apparecchi in stand-by continuano a consumare energia.
Lampade ad alta efficienza energetica
Scegliere lampade a fluorescenza a basso consumo, soprattutto per ambienti in cui la luce rimane accesa più a lungo per risparmiare l’80% dei consumi rispetto le lampade tradizionali
Condizionatore
Accenderlo solo in caso di reale bisogno, regolando il termostato su temperature non molto differenti da quella esterna.
Forno Elettrico
Non aprirlo frequentemente durante la cottura, preriscaldarlo solo quando è necessario e spegnerlo poco prima della fine della cottura, per sfruttare il calore residuo.
Forno a Micro-Onde
Utilizzarlo quando possibile perché consuma meno dei forni tradizionali
Frigorifero
Evitare frequenti ed inutili aperture dello sportello; posizionarlo nel punto più fresco della casa, lontano da fornelli e termosifoni, lasciando almeno 10 cm di distanza dal muro per la ventilazione
Lavastoviglie
Far funzionare l’apparecchio a pieno carico usando il meno possibile il ciclo intensivo, rimuovere dalle stoviglie i residui più grossi che potrebbero intasare il filtro e diminuire l’efficacia del lavaggio.
Asciugacapelli
Utilizzare l’apparecchio a temperature medie, quelle alte fanno aumentare i consumi e non fanno bene ai capelli
Lavatrice
Far funzionare l’apparecchio a pieno carico e a temperature non troppo alte (30-60 gradi C), se si dispone di un modello con asciugatura automatica usarlo solo quando non è possibile stendere il bucato
Scaldabagno
Non tenerlo acceso quando non serve.
 Ovviamente restano sempre valide le regole di base di arieggiare i locali più volte nella giornata e pulirli quotidianamente.
Buona giornata mamme, viva le donne!

giovedì 14 aprile 2011

Sicurezza nelle scuole: solo un optional!

Care amiche,
quando mandiamo un figlio a scuola, lo facciamo pensando che è al sicuro e che soprattutto ritornerà a casa arricchito di tante nozioni utili per la sua vita futura. Di certo non pensiamo che la scuola possa ledere alla sua salute! Eppure l'insicurezza degli edifici scolastici, la presenza di amianto, la cattiva gestione delle mense, possono comportare pericoli per la vita dei nostri figli. I comuni dovrebbero pertanto garantire scuole sicure sotto tutti i punti di vista, eppure questa non è mai sentita come priorità. Quasi una scuola su 4 nel Lazio necessità di interventi di manutenzione urgenti. Questo è il rapporto di Ecosistema Scuola 2011 di Legambiente relativamente ai capoluoghi laziali di Frosinone, Latina e Rieti. Roma e Viterbo hanno fornito dati  incompleti al punto da non rientrare nella classifica nazionale. Secondo la stima di Legambiente nessun edificio scolastico in queste città è stato costruito secondo i criteri di bioedilizia e soltanto il 23% rispetta i criteri antisismici.
Frosinone è una perla per le scuole del Lazio, ottenendo un 8 posto nella classifica nazionale, grazie al servizio di scuolabus a tutti gli edifici, alla somministrazione nelle mense scolastiche di pasti interamente biologici e ad un investimento di 93mila euro in media per gli interventi di manutenzione straordinaria di ogni singolo edificio.
Latina si piazza al 41 posto e Rieti al 71 posto della graduatoria nazionale. In questi capoluoghi solo un edificio su tre (37%) ha il certificato di prevenzione degli incendi. Il dato più allarmante è che per il 39% degli edifici in queste città è stata riscontrata la presenza di amianto ed il 38% si trovano in aree a rischio sismico dichiarato.
La spesa media per interventi di manutenzione straordinaria è di circa 35mila euro, soldi che le amministrazioni comunali fanno fatica a spendere.
Una nota positiva è che la totalità degli edifici di Frosinone, Latina e Rieti, possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico-sanitaria, ma solo il 57% ha effettuato interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche.
Il fatto che Roma e Viterbo abbiano fornito dati incompleti testimonia un assenza di controllo su temi fondamentali per la vita dei cittadini. A questo punto è chiaro che alla sicurezza dei nostri figli, non ci pensa nessuno se non ci pensiamo noi. Impegnamoci in prima persona a valutare gli edifici dove mandiamo o manderemo i ragazzi a scuola e esigiamo più sicurezza, denunciando ciò che non è a norma.
Mom&Woman accoglierà tutte le vostre segnalazioni, rendendole note attraverso il blog.
Buona giornata mamme, viva le donne!

        Fonte: Legambiente

martedì 5 aprile 2011

E adesso la pubblicità...



Li chiamano geni del marketing e della comunicazione, eppure fino ad oggi le loro campagne pubblicitarie hanno saputo mostrarci sempre i soliti "seni" ed i soliti "sederi" di donne rese oggetto e private della propria personalità, sottomesse sessualmente e stereotipate. Hanno provato così a venderci di tutto (dalla birra alle mozzarelle, dalle automobili al provolone). Dico venderci, perchè effettivamente siamo noi donne e mamme il motore dei consumi, siamo noi che veicoliamo le decisioni di acquisto in famiglia. Noi italiane, infatti, spendiamo 490 miliardi all'anno e ne guadagnamo 170, però il marketing non ci considera. Lo ha appurato uno studio di Boston Consulting Group (Bcg). E' un dato di fatto che prendiamo sei decisioni di acquisto su dieci in casa. A rigor di logica, quindi, tutte le pubblicità dovrebbero indirizzarsi principalmente a noi, eppure, non solo prediligono una platea prettamente maschile, ma ci sminuiscono, continuando a sancire una cultura sessista e non paritaria. E non è questione di moralismo o di rifiuto del messaggio sessuale in sé: quest'ultimo può anche andare bene purchè sia ironico e pertinente col prodotto. Il problema della pubblicità di oggi è che si usano le nudità di una donna oppure frasi volgari o ancora falsi stereotipi per vendere qualsiasi cosa. Per ogni prodotto, fateci caso, o c'è una donna nuda o ci sono allusioni volgari sessuali o c'è una mamma che combatte la polvere e le macchie mentre il marito sta comodamente in poltrona (come se la cura della casa fosse solo un problema di noi donne!).
Per non parlare poi, di tutte le modelle bellissime che si spalmano le creme antirughe e anticellulite, quasi a prendere in giro tutte quelle che di rughe e cellulite ne hanno davvero. Purtroppo la banalizzazione s’infila dappertutto e alla fine finiamo distrattamente per credere a quasi tutte le baggianate che ci propinano!
Eppure qualcosa finalmente sta cambiando! Per la prima volta aziende, associazioni dei consumatori, Istituzioni, esperti di comunicazione e pubblicitari si sono incontrati ieri a Roma ed hanno sottoscritto (durante il convegno organizzato da Consumers' forum titolato “Il consumo dell’immagine della donna”) una Carta degli impegni per assicurare il rispetto della dignità della persona nella comunicazione commerciale. Speriamo dunque di vedere meno donne nude e più idee creative per i tempi che verranno! E chissà che finalmente non ci sia, prima o poi, anche l'immagine di un buon marito a spolverare!!!
Buona giornata mamme,viva le donne! 


martedì 29 marzo 2011

Certo è un pò cara per essere acqua minerale all'arsenico!

Care amiche,
tempo fa, rimasi sconcertata dalla dichiarazione della presenza di arsenico nell'acqua dei nostri rubinetti e così decisi di preparare almeno i cibi per mia figlia con acqua imbottigliata, che ritenevo essere più sicura.
Pensai tra me e me: "Spenderò di più (perchè l'acqua imbottigliata costa!) ma sarò più sicura per la salute della bambina."
Indagando sulla vicenda, ho iniziato a scoprire che il Ministero della Salute non obbliga chi imbottiglia l'acqua a dichiarare quanto arsenico contiene. E allora la domanda che mi sono fatta è stata: "Quanto arsenico "non dichiarato" ci sarà nell'acqua minerale (quella che compriamo al supermercato)?"
Il nostro Ministero della Salute sembra essere più interessato a chiedere proroghe sul limite massimo di arsenico consentito nelle acque potabili, piuttosto che controllare le quantità che quotidianamente ingeriamo.
I limiti in discussione sono di 10 o 20 microgrammi per litro, ma molti medici sono perentori "L'arsenico non deve proprio esserci!!". L'arsenico inorganico, che si assorbe subito dopo l'ingestione, si distribuisce su tutti gli organi del nostro corpo. E' ritenuto un elemento cancerogeno certo e può provocare tumori alla vescica, alla pelle e ai polmoni.
L'abbassamento dei livelli di arsenico deve essere dunque una priorità continua e l'unica difesa per il cittadino è conoscere il contenuto di arsenico nell'acqua e nei cibi da consumare, ma questi dati sembrerebbero introvabili e non pubblicizzati dal Ministero della Salute.
In tutta trasparenza, Mom&Woman decide di pubblicare uno studio delle acque minerali europee condotto dall'Euro Geo Surveys pubblicato nel maggio 2010 sul sito Le Scienze (edizione italiana di "Scientific American"). Ovviamente rispetto a questa data, i livelli di arsenico potrebbero essere già mutati, ma noi mamme e noi cittadini come facciamo a saperlo?Ai posteri l'ardua sentenza...
Buona giornata mamme, viva le donne!



mercoledì 23 marzo 2011

MAI abbassare la guardia sul nucleare!

Care amiche,
diffondo a tutte, il comunicato stampa sulla moratoria del Comitato Nazionale vota Sì per fermare il nucleare. Pubblico, inoltre, il volantino che vi chiedo di far girare, perchè, contrariamente a quanto si vuole lasciare intendere, il rischio di riempirci di centrali nucleari, malgrado tutto quello che sta accadendo in Giappone, è ancora forte. 
La pausa di riflessione del Governo sul nucleare è solo un metodo per tranquillizzare gli Italiani ed evitare di raggiungere il quorum al Referendum. Ovviamente, potete immaginare da sole, quello che accadrà il giorno dopo il non raggiungimento del quorum sul nucleare. Magicamente finirà la pausa di rilfessione del Governo, e ci riempiranno, con l'inganno, di centrali nucleari. Il 26 marzo a Roma ci sarà una manifestazione a favore dei Referendum.
Sottolineo, dunque, la necessità di andare a votare SI contro il nucleare a giugno e di non abbassare MAI la guardia!
Ne va della salute e del futuro dei nostri figli!

Buona giornata mamme, viva le donne!!!




COMUNICATO STAMPA SULLA MORATORIA
NUCLEARE. COMITATO ASSOCIAZIONI: MORATORIA? UNA PRESA IN GIRO PER CHIUDERE LA BOCCA AGLI ITALIANI
 “Governo senza pudore. Questa moratoria è solo una presa in giro. Vogliono chiudere la bocca agli italiani perché sanno che dalle urne del referendum verrà fuori una sonora bocciatura del loro folle progetto nucleare”. L’annuncio, da parte del Ministro Paolo Romani, di una moratoria di un anno per il nucleare scatena le proteste delle oltre 60 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’.
“La verità è che il governo sul nucleare non ha cambiato idea”, protestano le associazioni: “Vogliono solo rimandare il taglio del nastro dopo le amministrative e depotenziare il referendum, nella speranza che la nube radioattiva passi, che la tragedia giapponese venga dimenticata”. Insomma, secondo il Comitato, “non è una pausa di riflessione, ma una subdola operazione di marketing fatta sulla pelle e sulla fiducia degli italiani. Non sono preoccupati della nostra salute, ma dell'andamento dei sondaggi”.
Inoltre, proseguono le associazioni, “vorremmo capire come intendono imporre agli italiani questa subdola moratoria: non basterà fermare il decreto legislativo sulla localizzazione delle centrali”.
Anche per dire no a questi “inaccettabili giochetti di prestigio”, le associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’  hanno convocato a Roma per sabato prossimo (26 marzo), in occasione della manifestazione per i referendum su acqua e nucleare, “tutti gli italiani che non vogliono una centrale sotto casa e che non credono alle false promesse del governo”.

sabato 19 marzo 2011

Domande e risposte sull'energia nucleare

Care amiche,
in collaborazione con il Comitato Nazionale Vota Sì per fermare il Nucleare, nasce la nuova sezione di Mom&Woman dedicata alle domande e risposte sull'energia nucleare (http://mom-woman.blogspot.com/p/domande-e-risposte-sullenergia-nucleare.html).
E' un'informazione necessaria affinchè capiate il perchè è fondamentale partecipare al Referendum e votare SI contro l'energia nucleare.
Riprendiamoci il futuro e la salute dei nostri figli!!!

Buona giornata mamme, viva le donne!!!

lunedì 14 marzo 2011

Mom&Woman aderisce a "Vota Sì per Fermare il Nucleare"

Care amiche ,
oggi Mom&Woman vuole sottoporre alla vostra attenzione, l'iniziativa del Comitato Nazionale Fermiamo il Nucleare: vi chiedo pertanto di firmare l'appello per allontanare definitivamente il ritorno del nucleare in Italia e di aderire all'iniziativa. Questo è uno di quegli argomenti che non possiamo permettere passi inosservato perchè ne va davvero della salute dei nostri figli.
Mom&Woman, che ha fra i suoi principali obiettivi la tutela della salute della mamma e del bambino, si è impegnata formalmente in questa causa perchè, i più colpiti in caso di catastrofi nucleari o di semplici fuoriuscite di materiale radiattivo, sono proprio donne gravide e bambini. E' stato così a Chernobyl e sarà così purtroppo anche in Giappone.

Quello che forse alcune mamme non sanno su Chernobyl...
Nelle prime settimane dopo la catastrofe di Chernobyl, alcuni ricercatori dell'Istituto Medico di Stato di Gomel, sotto la direzione del suo giovane e brillante rettore, Professore Yuri Bandazhevsky, capirono che i danni collegati allo Iodio 131 e al CS137 iniziano sin dalla vita intrauterina. L'accumulo di molecole tossiche e radioattive nella placenta, in prossimità delle cellule responsabili della produzione di ormoni necessari alla riuscita della gravidanza, spiega in parte le anomalie constatate a livello della produzione ormonale. A causa delle modificazioni morfologiche provocate da questi radionuclidi, il feto soffre di una mancanza di ossigeno; il rischio di aborto aumenta. Inoltre, alla nascita, le malformazioni congenite in questi bambini di madri che vivono in  zone contaminate sono due volte più frequenti rispetto ai bambini di madri che vivono in zone non contaminate.
Allattato al seno di una madre che vive in un ambiente contaminato, il neonato vedrà la sua radioattività corporea aumentare molto rapidamente. I muscoli e le fasce conduttrici del cuore accumulano molto più Cs137 degli altri tessuti. Bandazhevsky descrive questa malattia, una cardiomiopatia, che bisogna prevenire o trattare prima che i danni non siano diventati irreversibili.
Anche le ghiandole a secrezione interna sono molto sensibili al Cs137. La ghiandola tiroidea conosce fasi di ipersecrezione o di iposecrezione ormonale. L'ipotiroidismo provoca il cretinismo nei neonati. Questi disturbi funzionali sono cento volte più frequenti dei cancri e nuocciono allo sviluppo fisico e intellettuale dei bambini.
Il sistema di difesa immunitaria è altamente sensibile alle radiazioni, tanto esterne che interne. Questo sistema poggia su cellule che si trovano nel sangue, per esempio i linfociti T, che vengono alterati come nell'AIDS. La produzione degli anticorpi viene ugualmente alterata. Dal punto di vista della salute, un disordine in questo sistema complesso si traduce con malattie allergiche, come l'asma. L'allergia al latte di mucca o alla frutta si riscontra nel 50% degli scolari e studenti di Gomel. Le malattie autoimmunitarie avvengono quando le cellule destinate a eliminare gli intrusi (microbi, corpo estraneo, cellule cancerose), prendono per bersaglio cellule sane di certi organi. Così quando le cellule della tiroide sono aggredite dal sistema di difesa in disordine, si avrà una infiammazione di questa ghiandola e un ipotiroidismo. Se sono le cellule beta del pancreas che vengono così (auto)aggredite,ne risulta un grave diabete glicemico.
Secondo Tatiana Voitovich, endocrinologa a Minsk, una nuova forma di diabete ha fatto la sua apparizione negli ultimi anni nelle zone colpite da radiazioni nucleari: un diabete insulino-dipendente, instabile, che colpisce i bambini sin dall'età di 3 anni. Questi bambini arrivano all'ospedale in coma, sono difficili da equilibrare con l'insulina. Questo diabete che peserà su tutta la vita del malato, era raro prima dell'incidente di Cernobyl.
Spero che queste argomentazioni siano sufficienti a farvi capire perchè Mom&Woman sposa la causa del Comitato referendario Vota SI per fermare il Nucleare, in realtà ce ne sarebbero anche altre, continuate a leggere...

Perchè il Comitato Nazionale VOTA Sì per fermare il Nucleare...
Il Comitato nazionale VOTA SI’ per fermare il nucleare lancia la sua sfida referendaria per portare al voto almeno 25 milioni di cittadini e far prevalere il sì. Nonostante una massiccia campagna di disinformazione, il nucleare resta costoso, continua ad essere insicuro e a mettere a rischio la salute e l’ambiente, senza liberare l’Italia dalla dipendenza energetica (l’uranio si deve importare). Le stime più recenti fatte negli USA dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sarà del 75% maggiore di quello del  gas e del 27% dell’ eolico. Non ci sono certezze dal punto di vista sicurezza,  anche i nuovi reattori non sono stati progettati con criteri di sicurezza intrinseca, cioè in caso di incidente non sono in grado di  autoregolarsi. I lavoratori delle centrali e i cittadini che vi abitano intorno sono sempre a contatto diretto con la radioattività,  un’ indagine fatta in Germania  sulle 17 centrali, ha mostrato una dipendenza dell’insorgenza di patologie infantili (bambini da 0 a 5 anni) dalla vicinanza alla centrale e: addirittura, nel raggio di 5 km dalla centrale è stato rilevato un incremento rispetto alla media di 1,6 volte dei tumori embriogenetici (del feto nel ventre materno) e di 2,2 volte delle leucemie infantili rispetto ai casi attesi. Resta ancora irrisolta la questione delle scorie ed anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 è stato valutato che anche raddoppiando  l’ attuale potenza nucleare installata, la CO2 si ridurrebbe solo del 5%.
Comunicate la vostra adesione attraverso il link Contattaci presente sul sito www.fermiamoilnucleare.it e firmate l'appello a votare Sì per FERMARE IL NUCLEARE!!!
Buona giornata mamme,viva le donne!

venerdì 11 marzo 2011

Conciliazione famiglia-lavoro e quote rosa: piccoli-grandi passi verso la parità

Care amiche,
cerchiamo di capire quali sono le novità dell'avviso comune tra Governo e Parti Sociali (siglato il 7 marzo 2011), a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro (in seguito Avviso comune) e come si sta evolvendo la questione delle quote rosa.
Avviso comune
Ecco alcune buone notizie:
  • regimi di orario di lavoro modulati su base semestrale o annuale;
  • impiego del telelavoro;
  • orari flessibili nei primi tre anni di vita del bambino;
  • trasformazione temporanea del rapporto di lavoro dal tempo pieno a quello parziale per i primi cinque anni di vita del bambino;
  • possibilità di concordare, nal caso di gravi infermità di un familiare, diverse modalità di espletamento temporaneo dell'attività lavorativa;
  • impegno ad assegnare la lavoratrice che rientri dalla maternità a mansioni che non vanifichino la professionalità e l'esperienza acquisite;
  • concessione di permessi non retribuiti al dipendente in caso di malattia del figlio entro i primi otto anni di vita;
  • istituzione e possibilità di ricorso alla banca delle ore;
  •  asili nido aziendali;
  • possibilità di usufruire di orario di lavoro concentrato, inteso come orario continuato dei propri turni giornalieri;
  • istituzione di buoni-lavoro per lo svolgimento, da parte di terzi, di prestazioni di lavoro occasionale di tipo accessorio per attività domestiche.
Mom&Woman aveva già parlato, in un suo precedente articolo titolato "Il vero valore della flessibilità" http://mom-woman.blogspot.com/2011/02/il-vero-valore-della-flessibilita.html,degli strumenti di flessibilità aziendale che possono favorire le donne, in particolare se mamme, nella conciliazione famiglia-lavoro. Alcuni di questi sono stati presi in considerazione per prospettare una maggiore crescita dell'occupazione femminile che, come è noto a molti, oggi tocca soglie molto basse soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia.

Quote Rosa
Altra buona notizia attiene alle quote rosa: in approvazione al Senato (anche se in via molto dibattuta) la norma che prevede che il 30% dei consigli di amministrazione delle società quotate sia formato da donne. Mom&Woman aveva già affrontato questo tema nell'articolo titolato "Il sogno dell'Italia che vorrei" http://mom-woman.blogspot.com/2011/02/il-sogno-dellitalia-che-vorrei.html.

A noi donne e mamme, non resta che sperare, dunque, nell'attuazione di queste nuove politiche affinchè l'Italia possa diventare un Paese paritario e lontano da discriminazioni di qualunque sorta sulle donne. Anche se il rispetto dei diritti non si ottiene sperando, ed è così che Mom&Woman continuerà a fotografare, nel suo piccolo, la nostra questione femminile, quella del Paese Reale.
Buona giornata mamme, viva le donne!

    martedì 8 marzo 2011

    8 marzo alla Tacconi Sud

    Care amiche,
    in questa giornata dedicata alla donna, Mom&Woman ha sentito l'esigenza di mostrare la propria solidarietà alle donne della Tacconi Sud, andando fisicamente a trovarle sul luogo del presidio.Tutta la città di Latina, era stata formalmente invitata, ma a parte una schiera di giornalisti, a mio avviso c'è stata poca affluenza per una situazione così drammatica. In questa giornata della festa della donna, voglio ricordare a tutte, che essere indifferenti a questo tipo di situazioni, significa in parte convalidare tutte le discriminazioni che vengono fatte a nostro carico.
    Il fatto che 29 donne (tra cui diverse mamme) perdano il lavoro, non è una cosa normale e non deve rientrare nell'ordinaria amministrazione altrimenti quale futuro si prospetta domani per le nostre figlie? Se non iniziamo sin da oggi ad essere portatrici di un cambiamento nel nostro piccolo, nulla cambierà. Le mie non sono solo parole, la nostra rivoluzione culturale deve prendere piede e deve essere una rivoluzione di azioni sociali volte a migliorare la questione femminile (in attesa che qualcuno al governo svolga il suo ruolo istituzionale). E' inutile lamentarsi e protestare: se non siamo noi per prime a farci promotrici di cambiamento, nessuno lo farà per noi!
    Troppe parole sono state dette sulle donne, troppo clamore è stato fatto su Ruby, sulla mamma maitresse di Noemi, e come al solito le donne anche in questi casi si sono discriminate da sole. L'atteggiamento della maggior parte delle Italiane (anche le femministe) è stato quello di guardare alla prostituta minorenne e non al puttaniere di una certa età, come se fosse un problema di morale per la prima ma non per il secondo.La nostra è una società sessista, e questi sono i risultati.
    Oggi sembra che si veda solo il lato negativo della medaglia: si parla poco del vero valore delle donne e di quella questione femminile che parte dal basso, di mamme che non hanno il tempo di fare le maitresse perchè devono pensare a come mangiare il giorno dopo, di donne che nel silenzio subiscono ogni tipo di violenza, che sono vittime di discriminazione sul lavoro e disoccupazione, che sono il motore immobile dei consumi e della società pur essendo le meno ascoltate, che devono dimostrare il loro talento il doppio se non il triplo degli uomini.
    Mom&Woman nel suo piccolo pone in essere le sue azioni parlandovi di una questione femminile che è fatta di tutte noi, denunciando qualsiasi situazione metta nella condizione una donna o una mamma di essere vittima di discriminazione, aprendo il suo canale TV su Youtube per fotografare (nei giorni che verranno) la "nostra" questione femminile e darvene conto,e per proporre nuove azioni concrete sperando nell'aiuto di tutte coloro che abbracciano la sfidante mission di dare finalmente alle donne il ruolo che spetta loro di diritto.
    Buon 8 marzo, viva le donne!

    giovedì 3 marzo 2011

    Il talento delle donne: Fernandarte

    "L'arte è un'esigenza, essa è il risultato scaturito da pensieri persistenti che fortemente spingono per uscire affinchè altri possano vederli, come dei narcisi si compiacciono per compiacere.L'arte esiste perchè uno la crea e un altro la guarda."

    Queste le parole di Fernanda Quaglia, artista contemporanea bravissima e di talento. Un talento a molti sconosciuto: del resto molte donne operano miracolosamente tra l'ombra e l'anima.
    Le donne e l'arte che mix incredibile!Quando una donna si esprime attraverso l'arte riesce a mettere dentro tutto il suo vissuto, le sue emozioni, i suoi pensieri più ridenti e quelli più stropicciati come sono alcune tele di Fernanda.
    La voglia di non mollare mai, la tenacia anche di fronte ai no, le lotte e i fallimenti a causa di un mondo spesso sordo, cieco e pieno di artisti "raccomandati" che espongono nelle migliori gallerie del mondo non a causa del loro talento ma del loro status sociale e delle loro conoscenze. Eppure ditemi, se di fronte a tanta bellezza non siete colte da un'affascinante e coinvolgente sindrome di Stendhal.

    Azioni e Reazioni-Fernanda Quaglia

    Guardate questo quadro mamme, racchiude il senso più bello e grande della maternità. Il mondo è nella pancia di una donna, la vita intera è nella pancia di una donna, noi siamo donne e madri di questa umanità.
    Fernanda sa raccontare la vita e nelle sue opere si legge la forza di una donna che darebbe tutta se stessa per realizzare i suoi sogni.
    Mom&Woman oggi si fa portatrice del suo messaggio di arte, senso estetico e poesia, cosciente del fatto che l'anonimato non può durare a lungo per un'artista così. Se volete conoscere tutte le sue opere basterà consultare il sito www.artitaliana.com oppure seguire la sua pagina su Facebook Fernandarte http://www.facebook.com/profile.php?id=721168606#!/pages/Fernandarte/176844419004820
    Promuoviamo e facciamo venire fuori il talento delle donne!!!
    Buona giornata mamme, viva le donne!

    lunedì 28 febbraio 2011

    Il vero valore della flessibilità

    Care amiche,
    quando si parla di flessibilità sul luogo di lavoro spesso si incorre in false ambiguità, perchè l'argomento è sicuramente uno dei più complessi della disciplina del diritto del lavoro.
    L'obiettivo di oggi di Mom&Woman, sempre nel tentativo di facilitare l'utilizzo degli strumenti di flessibilità sul lavoro da parte di mamme e neomamme, è di fare luce su questo argomento.
    La flessibilità deve essere inquadrata in due ottiche diverse: in primo luogo, dal punto di vista del lavoratore ed in secondo luogo, dal punto di vista del datore di lavoro.
    Spesso questi due aspetti si confondono e si da un'accezione estremamente negativa alla flessibilità, perchè la si analizza esclusivamente dal lato del datore di lavoro. Gli strumenti di lavoro flessibile possono essere invece considerati un valido veicolo di crescita, se ne si comprende la logica per il lavoratore, e già lo rappresentano in Europa. 
    Voglio sottolineare che flessibilità non è solo il part-time!
    Diverse, sono infatti, le possibilità di flessibilità per il lavoratore (uomo o donna):
    1) Orari flessibili individuali
    Normalmente la flessibilità individuale consiste nella possibilità di variare gli orari d’ingresso e di uscita dall’azienda entro certe fasce predeterminate. L’orario flessibile individuale è un istituto non previsto dalle norme del Contratto nazionale di lavoro (in seguito Ccnl), ma neppure negato come possibilità, perciò può essere istituito dalla contrattazione aziendale.Esistono alcune esperienze dove il concetto di flessibilità individuale è stato esteso, superando il vincolo delle 8 ore di presenza giornaliera: in questi casi il singolo lavoratore può variare la propria presenza sul lavoro, ad esempio, da un minimo di 6 ore a un massimo di 9, l’importante è che la presenza media, in un arco di tempo definito, sia di 8 ore.
    2)Job Sharing
    E' un contratto di lavoro ripartito o contratto di lavoro a coppia. Più soggetti, solitamente due, assumono contemporaneamente il medesimo rapporto di lavoro suddividendosi un unico posto di lavoro a tempo pieno. Questi lavoratori hanno la facoltà di distribuirsi tra loro, con modalità autonome, l’orario e la quantità di lavoro. Ciascun lavoratore è responsabile dell’intera prestazione lavorativa, mentre il datore di lavoro è tenuto a distinti obblighi retributivi e contributivi come nel caso di due rapporti a tempo parziale, indipendentemente dall'effettiva prestazione di ciascun lavoratore.
    3)Orari annui
    Nel campo degli orari annui si collocano i periodi di aspettativa non retribuita, previsti dal Ccnl, agli artt. 14-bis e 12-bis, Disciplina speciale, rispettivamente Parte prima e Parte terza che si aggiungono all'aspettativa non retribuita che si può richiedere nel caso di malattia, quando si stia per superare il periodo di conservazione del posto di lavoro.
    Un ulteriore ampliamento a questa normativa deriva dai cosiddetti “congedi parentali” previsti dalla legge 8 marzo 2000, n° 53.
    4) Banca ore 
    Il Ccnl ha introdotto due istituti: il “conto ore” per accantonare i permessi annui retribuiti e la “banca ore” per accantonare eventualmente gli straordinari. Entrambi gli istituti hanno le stesse regole per la fruizione delle ore accantonate. Questi sistemi hanno un obiettivo preciso: costruire degli spazi individuali di gestione dei riposi retribuiti, in altre parole dotare i lavoratori di strumenti individuali che “compensino” i crescenti vincoli derivanti dalle variazioni del mercato. In questo modo rompere anche la sensazione di dipendenza costante a quelli che sono i flussi produttivi e di mercato.
    5)Part-Time
    Il contratto a tempo parziale è un istituto previsto dal Ccnl, all’art. 1-bis, Disciplina generale, Sezione terza: la possibilità di passare da tempo pieno a tempo parziale è un diritto indiscutibile per i lavoratori per i cosiddetti “lavori di cura” (assistenza ai congiunti ammalati e per la necessità di accudire i figli con età inferiori a 7 anni) nei limiti del 2% degli occupati a tempo pieno; mentre ulteriori incrementi, fino al limite massimo contrattuale del 4%, sono subordinati alle esigenze tecniche e organizzative dell’azienda.
    Gli strumenti di lavoro flessibili sono fenomeni occupazionali in continua crescita negli ultimi 20 anni in Europa, dove gli accordi sulle modalità e i tempi del lavoro sono parte integrante di una nuova strategia per l'occupazione e la crescita all'interno dell'Unione europea. Molto interessante è  l'ultimo rapporto di Eurofound "Part time in Europe 2010" http://www.eurofound.europa.eu/ewco/reports/TN0403TR01/TN0403TR01.pdf.
    All'estero infatti il part-time è uno strumento molto utilizzato, in ruoli di management e anche dagli uomini. Al momento, invece, in Italia è poco utilizzato (28% delle donne), spesso è "involontario" (cioè è un escamotage per pagare meno contributi ma di fatto la persona lavora full time, oppure è l'unico modo per una persona di lavorare, ma non rispecchia la sua scelta che sarebbe per un full time) e non riguarda quasi mai uomini (5%). Anzi, molte donne sono contrarie al part-time proprio perché rischia di marginalizzarle, o di istituzionalizzare il loro ruolo  di cura, ammettendo di fatto che è la donna a dover fare compromessi tra famiglia e lavoro e non l'uomo. Queste distorsioni, nella mente dei datori di lavoro e della popolazione in genere, provocano un cattivo utilizzo di tutti gli strumenti di flessibilità al punto che in Italia la flessibilità è ritenuta una trappola ed è malvista.
    Come sempre, servirebbe cambiare la testa agli Italiani, per produrre dei risultati. Avete idea di quanto gioverebbe il part-time oppure il job sharing ad una corretta ripartizione dei carichi lavoro-famiglia? Peccato che non sono considerati una  "cosa per uomini"  ma solo per donne (principalmente mamme), che implicitamente così abbandonano tutti i processi di crescita e di carriera in azienda. Provate a pensare di poter condividere tutti i carichi familiari anche con il vostro coniuge o compagno, attraverso un lavoro flessibile per entrambi, a tutti i livelli di carriera, senza che questo marginalizzi o demansioni chi lo fa.Non è un sogno e può essere realtà! Non è necessario, infatti, come accade in Italia, che la mamma che vuole il part-time, passi da manager a segretaria (nel migliore dei casi) o a dimettersi (nel peggiore); in Europa non cambia nè il job title nè l'occupazione, ma solo la fruizione del tempo libero, ed è così che deve essere anche in Italia. Una donna manager, con la maternità, non prende la qualifica di mamma-segretaria ma resta una mamma-manager con la sua laurea, le sue specializzazioni e vuole continuare a fare il suo lavoro. E questo vale a tutti i livelli di carriera: vale per le dipendenti e per le operaie, vale per tutte noi.
    Solo per completezza voglio evidenziare gli strumenti di flessibilità per il datore di lavoro, anche se ahimé quelli si conoscono maggiormente perchè sono ormai entrati nel gergo comune. Parliamo, per esempio, di straordinario, di cassa integrazione e di contratti di solidarietà.Ovviamente il termine cassa integrazione e tutto quello che ne deriva per un lavoratore, ha dato alla flessibilità un ruolo negativo, anche perchè in Italia se ne parla solo in questi casi.
    Eppure il vero valore della flessibilità se la si guarda dal lato del lavoratore è grande e tende alla parità uomo-donna, alla ripartizione dei carichi famiglia-lavoro, ad una migliore gestione del tempo lavorato a favore del tempo libero.Sono convinta che noi mamme e donne daremo il giusto valore alla flessibilità e ne usufruiremo davvero, solo quando non scenderemo a compromessi con la marginalizzazione ed il demansionamento in cambio di un lavoro "flessibile all'italiana"!
    Buona giornata mamme, viva le donne!