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mercoledì 26 gennaio 2011

Ragazze madri o fantasmi?

"Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza,puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno. " Bruno Esposito


Queste le parole di Bruno Esposito, per descrivere il coraggio delle donne.Oggi Mom&Woman vuole dare voce a donne che in Italia ne hanno davvero poca: le ragazze madri.Partiremo dai corsi e ricorsi storici fino ad arrivare ai diritti che le ragazze madri hanno oggi in Italia, il tutto per evidenziare il poco che c'è e magari lasciare uno spunto per considerazioni future.Il fatto che non se ne parli tutti i giorni al telegiornale, non significa che queste donne debbano essere abbandonate a se stesse o che siano fantasmi sociali.Oppure, il fatto che siamo sposate ed abbiamo avuto figli all'interno del matrimonio non giustifica il nostro menefreghismo a riguardo. Mi è capitato spesso di sentire frasi come :" Quella è una ragazza madre, poverina" e dopo il poverina più niente, argomento chiuso ed eliminato. Non è così che funziona e visto che siamo donne dobbiamo manifestare l'umanità che è dentro di noi, perchè se non  è capitato a noi non è detto che non capiti a una nostra figlia o nipote.Motivo per cui oggi ne parliamo e ne riparleremo affinchè qualcosa scatti nelle coscienze di tutti.  

Un pò di storia...
In Italia le prime leggi mirate a tutelare i diritti delle donne in difficoltà sono state emanate durante il periodo fascista. Mussolini, infatti, comprese che per ottenere il consenso del popolo doveva conquistare anche il cuore delle donne. Il primo passo compiuto è stata l’istituzione dell’ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia: organo deputato all’assistenza di madri e bambini, che offriva loro aiuti di tipo economico, alimentare, ma anche a livello medico e scolastico. Si occupava di controllare tutte le istituzioni che aiutavano e sostenevano le donne in difficoltà; aveva, inoltre, la possibilità di creare istituzioni con obiettivi affini e casse di maternità. Dal ventennio fascista ad oggi la situazione delle ragazze madri è migliorata, sono state emanate numerose leggi per garantire loro condizioni di vita migliori, ma ancora si è lontani dalla tutela completa dei loro diritti.Gravidanze non desiderate, abbandono da parte del compagno, precarie condizioni economiche della madre, questi e molti altri i motivi per i quali le donne si sentono ancora oggi trascurate dallo Stato italiano.
Fino al 1994 non esisteva nessuna legge che permetteva alle madri di mantenere l’anonimato in caso di mancato riconoscimento del bambino, per questo molte di loro preferivano abbandonare i propri figli per strada, commettendo quello che, probabilmente, è il reato più atroce esistente: l’uccisione, anche se indiretta, del proprio figlio.
La Corte Costituzionale il 5 Maggio del 1994 ha stabilito che “qualunque donna partoriente, ancorché da elementi informali risulta trattarsi di coniugata, può dichiarare di non volere essere nominata nell'atto di nascita.”
Nell’ottobre del 2008 è stato presentato dalla Fondazione Francesca Rava e da KPMG Italia il progetto “ninna ho”, che mira, anche questo come le leggi sopracitate, a bloccare il fenomeno dell’abbandono dei neonati. Patrocinato dalla Società italiana di Neonatologia, il progetto prevede l’installazione di culle termiche in cui le madri, che non possono o non vogliono partorire in ospedale, sono libere di lasciare il proprio bambino in una situazione di completa sicurezza senza alcun rischio per il loro anonimato.La situazione italiana, purtroppo, resta ugualmente grave: l’informazione non è stata ancora in grado di raggiungere tutto il paese e gli aiuti offerti dallo Stato non sono sufficienti. Ciò che le madri richiedono è, anche e soprattutto, un aiuto a livello economico per quelle donne che non vogliono abbandonare i proprio figli, ma che economicamente, socialmente e psicologicamente non posso fare altrimenti.
Nel resto dell’Europa le donne vengono aiutate notevolmente dal governo: in Francia, viene concesso loro un contributo fisso di circa 162 euro al mese, se invece la situazione della madre è difficoltosa lo Stato concede 700 euro; in Olanda le donne ricevono contributi mensili che vanno dagli 800 ai 1000 euro, e vengono aiutate anche per le spese scolastiche e mediche; in Inghilterra lo Stato concede una casa e il pagamento delle spese scolastiche, del vestiario e tutti i beni di prima necessità. In Italia ogni donna ha diritto ad un assegno di 1440 euro da richiedere non oltre i sei mesi dalla nascita del bambino; alle ragazze madri viene offerto un ulteriore aiuto che varia da comune a comune, il cui tetto massimo è di 300 euro.

I diritti...
Le ragazze madri hanno diritto a :
- un aiuto nella ricerca di una sistemazione in casa famiglia per il periodo di gravidanza e per la fase successiva alla nascita del figlio;
- un sussidio economico per il periodo successivo alla nascita del figlio.
- Se si è in possesso del permesso di soggiorno e non si ha nessun sostegno economico della maternità , si può chiedere al proprio Comune di residenza un piccolo assegno, per un periodo massimo di cinque mesi, per ogni figlio nato dal 1° luglio 2000 in poi.
- Se invece si stanno versando i contributi per la tutela previdenziale della maternità oppure sono stati versati in passato per un certo periodo, ci si può rivolgere all’INPS per chiedere un assegno di maternità . La domanda va presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino.
- Le ragazze madri possono avere, attraverso i Servizi Sociali del Comune di residenza, facilitazioni per inserire il bambino nell’asilo nido. 

Come potete notare, sono ancora troppo pochi questi diritti, forse perchè nessuno ne parla e sicuramente le ragazze madri non hanno nemmeno il tempo materiale di scendere in piazza.Mi auguro che un giorno queste donne per noi non siano solo fantasmi, ma categorie fortemente tutelate dalla legge e dallo stato, perchè non si può pensare di crescere in civiltà senza tutelare chi ha il coraggio di portare avanti una vita senza alcun aiuto.

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